Capitolo 12 – Gemelli Feticisti

I Gemelli Feticisti

Capitolo 12 – Gemelli Feticisti

Distesa sul letto della mia cameretta, mi misi svogliatamente a riordinare i libri dell’università sparsi sul copriletto. Impilandoli ordinatamente mi balzò agli occhi una foto un po’ spiegazzata che faceva capolino tra le pagine.

Ritraeva me e i gemelli durante un fine serata in trattoria. Sembravamo felici e spensierati, con la nostra divisa ordinata e le mani alzate con i calici colmi di chianti.
Sorrisi, ripensando a uno dei primi incontri, a modo mio li amavo e tenevo tantissimo a loro…
Francesco e Luigi, perversi gemelli… nonché miei datori di lavoro e amici di mille avventure.
Amavo l’irruenza e la spavalderia di Francesco e la dolcezza e la sensibilità di Luigi, ma soprattutto amavo il loro animo libero, borderline, la loro passione per le donne e la perversione per piedi, scarpe e collant.

Avrei potuto essere la loro sorellina monella, stavamo troppo bene insieme!
Adoravo stuzzicarli e quando mi chiamavano per lavorare mi presentavo casualmente con vari modelli di ballerine, una cavigliera sottilissima sul piede sinistro, anellini finemente lavorati su entrambi gli anulari e unghie sapientemente smaltate.
Mi piacevano i miei piedini dalle dita affusolate, anni di danza ne avevano sviluppato il collo del piede e poi avevo una bellissima misura trentasette.
Quella sera i gemelli erano abbastanza euforici. Dovevamo uscire dopo il turno, come la maggior parte dei fine settimana che lavoravo con loro in trattoria. Ci saremmo trovati al Duomo di Firenze insieme al resto del gruppo per andare a ballare fino a mattina in una discoteca del centro storico.
La serata era trascorsa in maniera disordinata e frenetica… diciamo che l’organizzazione non era il loro forte, comunque avevamo lavorato moltissimo e la stagione era incominciata con i turisti che arrivavano a sciami e molto affamati! Complici un’ ottima recensione su una famosissima guida americana di “ Rick Steves ” e numerosi commenti positivi su “ TripAdvisor ”.

Dopo aver congedato con un abbondante dose di limoncello l’ultima coppia di turisti francesi rimasta, Francesco con uno scatto brusco tirò giù la saracinesca, lasciando aperta la porta d’entrata ed abbassando ulteriormente le luci di sala.
Luigi invece spense la radio che gracchiava una canzone strappalacrime e mise un cd di musica lounge, poi, si diresse verso la cassa per poter effettuare la chiusura giornaliera.

Sorrisi tra me e me, questo era il momento della serata che più mi piaceva, sembrava sempre così intimo: noi tre, una bella musica di sottofondo e il locale completamente vuoto.
Presi l’ultima candela accesa e, cercando di non spegnere la fiamma la misi con delicatezza al tavolo “ sette ”.
Il tavolo “ sette ” era per me il posto più bello del ristorante! Strategicamente posizionato vicino alla cassa, godeva della vista su tutta la sala e, molto vicino anche all’entrata della cucina rendeva possibili le conversazioni con un po’ tutti noi dello staff.

Ne ha viste di cose quel tavolo… di solito veniva riservato agli amici che si fermavano a cena, così tra la preparazione di un antipasto e una fattura, potevamo scambiare quattro chiacchiere…
Mi sedetti, stiracchiandomi allungai le gambe sopra il tavolo incrociando i piedi uno sopra l’altro, solo ora iniziavo a sentire la stanchezza…
Con la punta del piede sinistro, feci scivolare la ballerina dietro al tallone del piede destro, in maniera che venisse sorretta solamente delle mie dita. Iniziai maliziosamente a dondolarla, in modo dolce e cadenzato.
Francesco si accomodò di fronte a me, era silenzioso ma il suo sguardo torbido diceva tutto, era fisso sulle mie estremità senza staccare mai gli occhi.
Quasi meccanicamente si mise a rollare una canna di erba.
La chiuse bagnando la cartina con la saliva, ma sembrava invece che stesse leccando un dito del mio piede!
Luigi si fermò per un attimo nel fare i conti ed esclamò: ” Cazzo Lu, così non vale! E come finisco la chiusura se continui a muovere quel piedino? Che stronza… e poi guarda quell’altro come si è imbambolato… ”
Risi di gusto anche io ed aggiunsi: ” Mhhhh… stasera sono così stanca, mi ci vorrebbe un bel massaggio… ”
Mi piaceva farmi forte con le loro debolezze, ci giocavo e mi eccitava condurre la situazione.

Fin dal primo giorno che Valentina mi parlò di loro, io fantasticavo su come potesse essere un amplesso con due gemelli. Era solo questione di tempo e non avevo fretta, volevo gustarmi la situazione un poco per volta.
Aspettammo in silenzio che Luigi finisse la chiusura e finalmente si mise a sedere affianco a me con tre bicchieri e un fiaschetto di Chianti Classico.
Nel porgermi il bicchiere con il vino le sue dita indugiarono sulle mie e quasi sussurrando, con voce spezzata, mi disse:
” Stasera hai un visino da troia e stai facendo la rizza cazzi… ti piace vero? ”
” Avevi dubbi in proposito? “, risposi.
Ritrassi la mano, inzuppai la punta del dito indice nel bicchiere e portandolo alla bocca lo succhiai avidamente mugolando come una gatta in calore.
Li volevo fare eccitare entrambi. Mi stavano guardando attoniti…
” In ginocchio!! “, dalla mia bocca uscirono senza quasi me ne accorgessi queste parole.
Il tono era duro e sprezzante, mi sorpresi di me stessa ma non lo detti a vedere.
Volevo sapere fino a dove sarei riuscita a spingermi, il gioco poteva essere perverso e io volevo comandare il loro piacere.
Luigi si mise a carponi sul pavimento di cotto e, con il viso tra lo stupito e l’eccitato rispose: ” Si! Padrona… ”
Gli misi il piede ad altezza testa e con la ballerina ancora a penzoloni quasi sussurrai: ” Lecca… ”
Non se lo fece ripetere due volte, aprì la bocca e con avidità incominciò a leccare la suola sudicia delle mie scarpette…

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