Capitolo 6 – Giochi Bagnati

Giochi BagnatiCapitolo 6 – Giochi Bagnati

Valentina sarebbe venuta da me a cena, era un po’ di tempo che non trascorrevamo una serata solo tra donne, mi mancava molto…
Avevamo deciso ad inizio anno di vederci ogni giovedì sera a casa dell’una o dell’altra, solo io e lei, per scambiarci confidenze e spettegolare di tutto e tutti, ma ultimamente causa i reciproci impegni questo non era più accaduto.
Ci piaceva ordinare le pizze e bere birre ghiacciate mentre, sigaretta dopo sigaretta ci finivamo di risate, ricordi, consigli e aneddoti.
L’appuntamento era alle otto in punto e le pizze sarebbero arrivate presto…
Feci una doccia veloce e lasciai che i capelli si asciugassero all’aria, mentre sistemavo incenso profumato e televisione di sottofondo.
Controllai le birre in frigo. Nell’imbarazzo della scelta al supermercato, avevo preso diversi tipi, forse un po’ troppe per la verità, ma visto il caldo era meglio averne una bella scorta!
Mi infilai un perizoma nero trasparente ed una tuta a vita bassa, niente reggiseno e una maglietta scollata a cui avevo tagliato disastrosamente il collo qualche giorno prima, cercando di imparare come si facesse in un tutorial visto su “ YouTube! ”
Amavo camminare scalza per l’appartamento, mi dava un senso di liberazione e poi avevo appena finito di mettermi lo smalto fucsia…quando sentii la porta aprirsi, Vale aveva una copia di chiavi e io delle sue, ce le eravamo scambiate per le emergenze:
” Lu! Dammi una mano, sono arrivate anche le pizze!!! ”
< Arrivo! >
Un profumino fragrante invase l’ingresso di casa, aiutai Valentina ad entrare e feci strada verso camera mia.
Avevo sistemato due grossi cuscini sopra il tappeto ai piedi del letto, ci piaceva sederci lì in terra, a due metri dalla televisione a mangiare sul tappeto come se fossimo ad un picnic.
” Muoio di fame! Vale apri i cartoni delle pizze che io prendo birre, posate e tovaglioli!! Allora Vale? quanto mi sei mancata… Ho tremila cose da raccontarti, ma ti prego inizia prima tu! “, dissi sedendomi in terra mentre addentavo un grosso trancio di pizza al salamino piccante.
< Mhhhh… Lu, come sempre mi sono messa nei pasticci… mi sto divertendo con David, ricordi? Quello dell’ Erasmus?, ma sto uscendo anche con Riccardo, l’amico del bel tenebroso che ti stuzzica tanto! E ti dirò di più! Non immagineresti mai e poi mai, cosa ho scoperto: Stefano – alias “ il bel tenebroso ”, abita nel palazzo di fronte al tuo… e non te ne sei mai accorta!! Ahhhahh! >
Sgranai di colpo gli occhi e per poco non mi andò di traverso il salamino! Cioè, Stefano abitava di fronte a me? Pazzesco!
Bevvi una lunga sorsata di birra e mi ricomposi: ” Ma dici davvero? E tu come fai ad esserne così sicura scusa? Chi te lo ha detto? ”
< Luuu!! Ci sono andata a letto con Riccardo, e abitano insieme! >
< Cazzo!! Dai chiama Riccardo e li facciamo venire qui! >
< Già fatto cara! Ma sono fuori a cena fino a tardi… io non ho insistito, non ti avevo detto niente… >
Strinsi le spalle cercando di non far trapelare la mia delusione, dopotutto ci sarebbero state altre occasioni.
Brindammo a questa nuova scoperta e divorammo in un baleno le pizze.
Vale era la mia migliore amica e come me amava ritrovarsi sempre nei guai, quando ci vedevamo avevamo sempre un sacco di cose buffe da raccontarci.
Le birre si stavano facendo “sentire” e avevamo fumato davvero troppo: l’aria in camera era satura e sembrava di nuotare nella nebbia! Decisi di aprire le finestre anche se in realtà fuori non si sentiva un filo di vento e guardando in basso le persone camminare per la strada, mi venne in mente di fare degli scherzi.
Ridacchiando dissi: ” Ma se facessimo dei gavettoni? “, i giochi bagnati mi erano sempre piaciuti…
< Hahahahahh !! Un’idea fantastica Lu, saranno dieci anni che non li faccio! >

Barcollando, senza smettere di ridere, andammo verso la cucina per riempire le bottiglie di birra vuote con l’acqua, che per l’occasione era anche calda.
Ci avviammo nuovamente in camera e, mentre Valentina si appostava al davanzale della finestra aperta con le bottiglie colme di acqua, io spensi le luci ed accesi qualche candela qua e la…

< Uno, due, tre…vaiiiiiii!!! >
” Ufff, questi li abbiamo mancati!! L’acqua la dobbiamo tirare prima che passano!! “, mi disse Valentina…
Così appena scorgemmo un gruppetto formato da quattro ragazzi, rovesciammo nuovamente tutta l’acqua della bottiglia rimasta.
Li prendemmo in pieno… e con mia grande sorpresa uno dei quattro era Stefano che stava rientrando a casa con gli amici.
Imbarazzatissima balbettai qualche scusa di circostanza dalla finestra e li invitai a salire in casa per farci perdonare.
Con il cuore in gola andai ad aprire la porta, mi sentivo le mani sudate e vampate di calore si stavano impadronendo del mio corpo.
” Lu! Così la smetterai di collassarti con queste canne! Hihihi fai ridere! Questa, è la tua occasione “, mi disse facendomi l’occhiolino e stampandomi un bacio a fior di labbra.
Beh Valentina non era nuova a questo genere di esternazioni, anzi ci divertivamo parecchio a farlo pure in pubblico per fare eccitare i maschietti.
Decidemmo quindi di giocare su questa cosa.
I ragazzi si accomodarono in camera mia, erano tutti nostri compagni di Università: Lorenzo il metallaro, Andrea ” l’artistoide “, Riccardo e… Stefano.
Lo stavo letteralmente mangiando con gli occhi, come al solito era vestito completamente di nero, jeans e camicia con due bottoni aperti sul torace liscio e candido, capelli ricci, vaporosi e neri come la pece che scendevano come rami di edera fino a metà schiena.. e quello sguardo intenso, sfacciato, sembrava quasi mi provocasse.
” Sei bagnato? ” Chiesi subito dopo i convenevoli…
< Un po’… posso togliermi la camicia? Almeno vediamo se si asciuga… >
Sbottonò ad uno ad uno i bottoni e togliendo la camicia rimasi sorpresa nel vedere il suo torace così glabro: un grosso tatuaggio decorava la parte appena sopra l’ombelico con uno strano simbolo che avevo visto solamente negli ospedali e un piercing lungo e appuntito trapassava il suo capezzolo sinistro.
Mi morsi le labbra, cazzo quanto mi eccitava… avrei voluto leccarlo e baciarlo, scoprire lentamente ogni centimetro del suo corpo. Era così diverso dagli uomini che finora avevo frequentato, aveva il fisico asciutto di un ragazzino, ma il volto e lo sguardo erano quelli di un uomo deciso, potente e dannatamente sexy.
Si avvicinò e prendendomi la canna dalle mani fece un tiro inspirando profondamente, con delicatezza mi alzò il mento e poggiando la sua bocca alla mia, fece passare il fumo dentro di me, ne rimasi estasiata… questa era stata una mossa molto furba.
Potevo percepire ancora il tocco morbido delle sue labbra lisce e sentivo la mia eccitazione crescere sempre di più, il mio tanga era umido, le mie labbra erano schiuse e si stavano gonfiando… volevo sentire la sua bocca lì, inondarlo del mio piacere, invece Stefano stava di fronte a me come chi, con lo sguardo tra il curioso e il beffardo, aspetta una reazione.
Non dissi nulla, ma lo guardai a lungo, lasciando tutti in camera a bere e a fumare sgattaiolai in cucina con la scusa di prendere ancora birre.
Aprii il frigo e tirai fuori altre tre bottiglie ghiacciate, ne stappai una e bevvi un lungo sorso, ogni volta mi sorprendevo di quanto fosse buona la birra: fresca , frizzante, con quel retrogusto amarognolo. Appoggiai la bottiglia sulla guance e la feci scorrere lungo il collo… faceva caldo e la bottiglia era veramente rinfrescante.
Sentii la voce di Stefano dire agli altri che mi avrebbe raggiunta per aiutarmi e passi felpati provenienti dal corridoio, mi stavano avvisando che sarebbe stato li con me a momenti.
Entrò a torso nudo, i capelli erano malamente legati e con quell’aria da “ mascalzone ” si mise di fronte a me prendendomi la bottiglia di mano.
Indugiando sul mio corpo mi ordinò dolcemente: ” Ora facciamo un giochino più serio… ”
Annuii meravigliata dalla proposta… Che cosa avrebbe avuto intenzione di fare??
Mi spogliò con gli occhi e poi lentamente il suo dito iniziò a percorrere i lineamenti del mio viso, del mio collo, fino ad arrivare alla clavicola… bastò un piccolo tocco e la maglietta tagliata mi lasciò scoperta la spalla e una parte di seno.
Il dito continuò come una matita a disegnare su di me, arrivando fino al capezzolo eccitato. Lo pizzicò dolcemente, era bravo, sapeva come far eccitare una donna.
Mi sentii ad un tratto vulnerabile e sotto il suo controllo non osavo fiatare… la mia fichetta stava urlando di piacere!
Abbassò completamente la maglietta e con il collo della bottiglia riprese da dove il suo dito aveva incominciato.
Era fottutamente piacevole, il tocco ghiacciato del vetro mi faceva sussultare e tremare di piacere.
Mentre Stefano iniziò a baciarmi il collo, quasi magicamente i pantaloni della tuta scivolarono indisturbati a terra.
Dalla camera si sentivano risate a crepapelle e musica di sottofondo, mi tranquillizzai, Valentina era veramente una buonissima amica, le avrei reso il favore al più presto.
Ora la bottiglia era risalita verso il mio viso, porsi le labbra ma lui mi aprì la bocca completamente e fece scivolare dentro la birra fresca, non riuscivo a deglutire era troppa e cominciò a scendere bagnandomi tutta.
Bruciavo dalla voglia di sentirgli il membro, lo immaginavo enorme e duro che premeva forte contro i jeans, timidamente la mia mano gli accarezzò il torace ma, quando arrivò alla cintura una presa forte come una morsa le bloccò dietro la mia schiena.
< Ti ho detto forse che potevi toccarmi? Non mi pare… ancora non hai capito ma imparerai in fretta, ci sei portata… >
Continuavo a non afferrare bene cosa volesse dire, ma la voglia di godere era ormai veramente troppa… mi abbandonai lui… totalmente.
Appoggiò la bottiglia semivuota sopra ad un ripiano, si mise di fronte a me, mi sollevò fino a farmi sedere sul piano della cucina, mi spalancò le gambe e scostò il perizoma ormai impregnato di birra e umori. Il mio sesso era completamente in bella vista, gonfio, eccitato e liscio voleva solo essere posseduto selvaggiamente, ma Stefano, con mia grande sorpresa non si spogliò.
” E’ bellissima… “, disse limitandosi a sorridere ed a guardarmi…

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